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Questo volume difende l'idea secondo cui cognizione, socialità, comunicazione e linguaggio sono intimamente connessi, tanto da sostenere che proprio il tipo di socialità sviluppato dai nostri antenati ha permesso al linguaggio di evolversi gradualmente da sistemi di comunicazione precedenti. I processi di complicazione continua, che hanno portato al linguaggio umano così come noi oggi lo conosciamo, dipendono da un'asimmetria fra produzione e comprensione. Tale percorso, fondato su abilità cognitive non specificamente linguistiche, seguendo un movimento a spirale ricorsivo-ascendente, ha permesso l'auto-elevazione (bootstrapping) da sistemi di comunicazione più semplici a sistemi più complessi; tutto ciò consente di render conto della complessità linguistica in chiave evoluzionistica. L'intento del volume è duplice: da una parte presentare uno scenario possibile per descrivere lo sviluppo delle abilità linguistiche nella nostra specie che, all'insegna di un genuino naturalismo, presenta un'ipotesi di evoluzione senza soluzioni di continuità tra comunicazione animale e linguaggio umano; dall'altra parte tematizzare un'idea di linguaggio che ha importanti ripercussioni nel dibattito più generale sulla mente e sulla natura umana.